Gentile signorina, lei non è stata accettata.
Gentile signorina, leggendo questi sconosciuti nomi di spettacoli e vedendo la foto della sua bella faccia di culo, abbiamo pensato di non accettarla. Non serve che reciti, sappiamo già tutto. Ah, è una scuola di teatro? E quindi?
Solo una goccia, un’altra ancora che si aggiunge ad altre per far traboccare il vaso peggio riuscito della storia. Ci sto provando, alle volte sfiorando il ridicolo.
Chiedo ad ogni compagnia, regista, conoscente, di farmi recitare. Di darmi un’occasione. Ne ho una e la conservo carissima a me, ma cosa me ne faccio di tutti gli altri giorni? Cosa fingo di avere quando tutti hanno le agende piene di impegni, di spettacoli, di prove, di riprese? La prova la domenica, poi il resto è streaming di vuoti inutili.
Mesi fa la risposta era stata la mia pigrizia. Poi mi sono rimboccata le maniche e sono riuscita a strappare una mini comparsata, e poi il nulla. Ce l’avrebbe fatta chiunque. Manca qualcosa.
Manca qualcosa che faccia dire alle persone,
Gentile signorina, lei è stata accettata, lei ha qualcosa che vogliamo vedere. Qualcosa che ci spinge a volerla far recitare oltre i brufoli, il doppio mento, la pancia gonfia. Qualcosa che ci faccia venire in mente lei quando pensiamo a qualcuno da chiamare, da registrare, da dirigere. Non può essere solo l’aspetto fisico, non voglio pensare sia solo questo.
Non so cosa manca. Ho 25 anni e recito da quando ne avevo 12 e continua a mancare qualcosa. Forse è il talento. Forse è la dedizione che è troppa, ed è il talento che è sempre mancato.